All'inizio di un vibrante secondo quadrimestre, nel bel mezzo dell’anno scolastico, una domenica pomeriggio, giunge la comunicazione che la scuola deve restare chiusa.
Emergenza sanitaria.
Reagiamo alla prima settimana di tempo sospeso pensando che sia solo una breve parentesi. Ci adoperiamo per creare nuovi ambienti educativi, atelier, allestimenti, per poter accogliere i nostri bambini nella gioia di uno spazio nuovo, curato, come a dire “vi stavamo aspettando”.
La seconda settimana la affrontiamo con la quasi convinzione che sarà l’ultima di chiusura. Investiamo tempo nella importante opera documentativa dei processi dei bambini e ci adoperiamo per registrare letture e canzoni da condividere con le famiglie su una nuova piattaforma online, come a dire “siamo al vostro fianco, torneremo presto”.
Poi arriva la consapevolezza che il tempo sospeso verrà dilatato.
Come fare perché tutto continui, perché i processi non si fermino? Didattica online, realtà complessa da applicare per una scuola come la nostra. In primo luogo per la giovanissima età degli studenti, da 0 a 8 anni; in secondo luogo, e forse più importante, per il nostro approccio alla didattica, per la scelta fatta di sostituire alla didattica frontale una didattica basata sulla ricerca e sul confronto, sulla costruzione collettiva di significati.
Difficile applicare questa idea ad un modello online dove un insegnante parla ad un gruppo di ascoltatori.
Passiamo un fine settimana a confrontarci e a discutere le nostre idee e in maniera naturale, quasi ovvia, emerge l’ipotesi del nostro nuovo e temporaneo modo di fare scuola.
Viene inviata ai bambini una provocazione fatta di domande, fonti da consultare e temi sui quali riflettere. Si aspetta dai bambini una prima restituzione delle loro ricerche che vengono accolte e organizzate dalle insegnanti in un unico documento che restituisce la dimensione della collettività alle riflessioni dei singoli. Tale documento sarà poi presentato e discusso a grande gruppo in una lezione online che di tradizionale “lezione online” ha poco, ma ha più il sapore di una agorà digitale, dove ognuno trova modo di presentare e discutere le proprie idee, dove i dubbi si sommano, dove le ipotesi si rafforzano, quella discussione viva che dà luogo al rilancio, ovvero a nuovi stimoli che guidano e amplificano la ricerca.
Con l’occasione dell’International Women’s Day, i bambini sono chiamati a ricercare le storie di quelle donne che hanno cambiato il mondo. Dopo la prima restituzione della loro ricerca, che spazia da Frida Kahlo a Marie Curie passando per Rosalind Franklin e Cleopatra, emerge forte la vicinanza ad alcune delle lotte di queste donne. Un primo rilancio diventa l'approfondimento della storia di Malala Yousafzai che lotta per il diritto all’educazione, negata in Pakistan per cause politiche. Vicenda questa che accende gli animi dei bambini, testimoni di un periodo di forzata privazione scolastica e li fa riflettere con rinnovata profondità sul diritto all'istruzione, alla conoscenza, allo studio.
“Ogni bambino deve andare a scuola perchè imparare per me vuol dire essere liberi" (Emma, 6 yo)
"Ogni bambino dovrebbe avere la possibilità di andare a scuola per sentirsi libero di pensare e decidere per il proprio futuro" (Annagiulia, 6 yo)
“I think that every child should have the opportunity to... become the person they want to be.” (Giacomo V., 7yo)
Lo studio diventa strumento di autorealizzazione e di cambiamento e strumento di aiuto e sostegno per la risoluzione di situazioni drammatiche. E di nuovo nelle riflessioni si innesta l’attualità. Nuovo rilancio è l’approfondimento della esperienza di Tu Youyou, scienziata vincitrice del premio Nobel per aver scoperto una cura per la malaria a partire dalla medicina tradizionale cinese.
“Ho scelto Tu Youyou perchè mi piaceva che Tu Youyou curava tutti perchè la malaria non mi piace...speriamo che faccia una medicina per il corona virus perchè alcune persone stanno morendo per colpa del corona virus quindi io vorrei che Tu Youyou facesse un’altra medicina” (Elmo, 5yo)
“Elmo, la mia nonna mi ha letto sul giornale che forse in America gli scienziati e i dottori hanno trovato un vaccino per il corona virus, lo stanno provando… secondo me Tu Youyou è un pochino troppo anziana e non potrà più curare il corona virus.” (Gabriele, 5yo)
E cosí la didattica a distanza riesce a rimanere uno strumento di confronto e di ricerca, dove le voci e gli sguardi dei bambini si affiancano a quelli delle insegnanti, tracciando nuovi percorsi, scrivendo nuovi significati, appoggiandosi gli uni agli altri nelle ricerche di senso.
L’entusiasmo del successo dei primi incontri online con i bambini della prima e seconda elementare ci fa decidere quindi di approfondire il dialogo anche con gli altri bambini della scuola. Iniziano momenti di confronto e ricerca con i bambini della scuola dell’infanzia, anche loro impegnati in complesse ricerche di significato su temi che si intrecciano strettamente con i temi trattati dai compagni più grandi, e con i bambini del nido capaci di ridarci lo sguardo puro sulle cose.
I nostri incontri online diventano momenti di scambio di idee, di risate, di canzoni, di celebrazioni di compleanni dove ognuno, in maniera simbolica, mostra e soffia una candelina.
Per noi che non accettiamo il fatto che la scuola abbia le porte chiuse, la didattica online ha aperto nuovi varchi che permettono di incontrarsi, riflettere, ipotizzare, ridere, sentirci ancora uniti e creatori, insieme, di conoscenze.
Comments